Come aprire una Partita Iva e farla fruttare: 5 consigli utili

Tutti i contribuenti che intendono avviare un’attività d’impresa, arte o professione in maniera autonoma, da liberi professionisti, sono tenuti, per legge, a presentare la dichiarazione di inizio di attività per ottenere il proprio numero di partita Iva.

Per i professionisti che intendono intraprendere un’attività commerciale o professionale, è molto importante sapere:

  • Qual è la procedura da seguire per ottenere una partita Iva;
  • qual è il regime fiscale migliore;
  • quali sono i volumi di reddito che consentano di sostenere i costi legati alla propria attività.

è fondamentale quindi fare maggiore chiarezza su questo argomento che interessa buona parte dei contribuenti italiani.

Quando bisogna aprire la partita Iva?

Qualunque soggetto che eserciti un’attività di lavoro autonomo o commerciale (in maniera abituale e continuativa) è obbligato – per legge – all’apertura della partita Iva.

Pensate ad professionista, che decide di promuoversi attraverso la pubblicità sul web, oppure, vuole prendere in affitto uno studio. Anche questo esercizio, ai fini fiscali, è considerato attività professionale ed abituale ed è quindi necessario aprire la partita Iva.

Aprire la partita Iva

La partita Iva è un codice composto da 11 cifre che identificano un soggetto ai fini fiscali. Nel caso di persona fisica, la partita Iva si differenzia dal codice fiscale (che ha una composizione alfanumerica) poiché è costituita da soli numeri.

Aprire partita Iva è un adempimento che potete richiedere al vostro Commercialista di fiducia. Infatti, affidarsi ad un valido professionista è indispensabile per gestire al meglio la propria attività compresi tutti gli adempimenti fiscali annuali (dichiarazione dei redditi, dichiarazione Iva, Certificazione unica, modello 770, modelli Intrastat, spesometro, ecc). Questa consulenza, specialmente nelle prime fasi della vostra attività, è necessaria e fondamentale anche per determinare il corretto regime fiscale.

Tutti i soggetti, persone fisiche, giuridiche ecc, che intraprendono l’inizio di un’attività d’impresa, arte o professione nel territorio dello Stato, devono presentare entro 30 giorni dall’inizio effettivo (es: acquisto di beni strumentali e/o merci, stipulazione di contratti di locazione, ecc), la dichiarazione di inizio di attività. ← ← ←

Rispetto al termine di 30 giorni, bisogna fare distinzione tra:

  • le società di capitali: fa fede il giorno di iscrizione nel Registro delle Imprese;
  • le società di persone: va considerata la data di stipula dell’atto di costituzione;
  • i professionisti: in questo caso, l’iscrizione all’ordine professionale, se non è accompagnato da un minimo di organizzazione (locali, strumenti adeguati ecc) non è sufficiente da solo a determinare l’obbligo della dichiarazione.

La dichiarazione di inizio attività deve essere compilata dal contribuente compilando i seguenti modelli:

  • Per le imprese, comunicazione unica d’impresa (articolo 9 D.L. n. 7/2007, DPCM 6 maggio 2009) da presentare in modalità telematica al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio;
  • Per le persone fisiche (diverse dalle imprese): dichiarazione AA9/10 (Provv. Agenzia Entrate 29 dicembre 2009) da compilare e presentare telematicamente o recandosi personalmente presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate;
  • Per i soggetti diversi (dalle persone fisiche e dalle imprese): dichiarazione AA7/10 (Provv. Agenzia Entrate 29 dicembre 2009) da compilare e presentare telematicamente o recandosi personalmente presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate.

La scelta del regime fiscale:

Il regime fiscale delle società di capitali

Le società di capitali, una volta ottenuta la partita Iva, devono – per legge – entrare nella cosiddetta contabilità ordinaria. In questo regime le società devono tenere i registri contabili previsti sia ai fini civilistici che ai fini fiscali, cioè:

  • il libro giornale;
  • il libro degli inventari;
  • i registri Iva;
  • le scritture ausiliarie (es: contabilità di magazzino);
  • il registro dei beni ammortizzabili.

Inoltre le società di capitali devono redigere il bilancio ad ogni esercizio sociale, e presentare la dichiarazione dei redditi entro il nono mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio. Il reddito delle società viene contabilizzato ai fini fiscali come differenza tra i ricavi imponibili e i costi deducibili dall’attività, rispettando i principi di competenza e inerenza economica. Le società di capitali sono soggetti passivi sia per l’IRES che per l’IRAP.

Il regime fiscale delle società di persone

Le società di persone possono essere assoggettate alla contabilità semplificata. Questo regime consente un notevole risparmio rispetto alla contabilità ordinaria. Infatti, laddove la società rispetti i seguenti limiti:

  • ricavi per prestazioni di servizi non superiori a €. 400.000 o
  • ricavi per altre attività non superiori a €. 700.000,

dovrà tenere soltanto i registri Iva su cui dovranno essere annotate le varie operazioni attive e passive. In questo casi il reddito viene determinato dalla differenza tra i ricavi imponibili e i costi deducibili. Tuttavia, le società di persone non scontano l’IRES, ma il loro reddito viene assoggettato per trasparenza ai soci.

Il regime fiscale delle persone fisiche

Le persone fisiche godono di maggiore flessibilità per la scelta del regime fiscale da applicare con l’apertura della partita Iva. Infatti, oltre alla contabilità semplificata può essere più conveniente sfruttare il regime forfettario. Questo regime consente di beneficiare di un’imposta sostitutiva dell’Irpef del solo 5%, per i primi 5 anni di attività, per poi passare al pur sempre conveniente 15% (rispetto al primo scaglione dell’Irpef del 23%). Inoltre, il regime forfettario non prevede l’applicazione dell’Iva, e si è esclusi anche dagli studi di settore ed all’IRAP. Inoltre, in questo regime il reddito viene determinato forfettariamente senza registri Iva.

5 consigli utili:

1. Affidati ad un professionista:

La prima cosa da fare se vuoi aprire la partita Iva è rivolgerti ad un commercialista iscritto all’albo, sia per espletare le pratiche necessarie per apertura e  la gestione della vostra contabilità, sia per evitare errori inutili.

2. Organizzazione

è molto importante per un freelancer imparare a gestire il proprio tempo e non restare intrappolato nei mille impegni; dedica quindi un pomeriggio all’organizzazione, uno allo studio, uno alla formazione e al marketing.

3. Coltiva le relazioni di lavoro

Il buon senso è una di quelle doti indispensabili per un freelancer, oltre ad essere una merce molto rara ed apprezzata. Quindi lascia sempre le porte aperte con ex colleghi o ex datori di lavoro.

4. Sii elastico

Il mercato di oggi, la società e anche la concorrenza, ti impongono una dote molto importante: l’elasticità intesa come sinonimo di capacità di adattamento e di improvvisazione.

5. Pubblicità intelligente

Mentre da dipendente il lavoro sulla tua scrivania non mancherà mai, come freelance bisogna procacciarsi il lavoro continuamente per non restare con le mani in mano.

Per fare questo ci sono due soluzioni:

  • hai già un giro di contatti che ti passano il lavoro;
  • hai un network che ti permette di intercettare potenziali nuovi clienti.

In entrambi i casi non puoi ignorare l’importanza di avere un buon sito che possa renderti visibile ed una strategia social per alimentare il tuo giro clienti.

Affidati a dei professionisti!

 

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